lunedì 2 gennaio 2017

Dante Alighieri (Dolce Stil Novo; Divina Commedia)

venerdì 27 gennaio 2 ore (1 ora da definire) - conclusioni e ripasso in previsione della verifica; NON facciamo il tema;

Dante Alighieri 
1265/1321 (Dan300)

Biografia
- nasce nel 1265 a Firenze;
- nel 1274 vede per la prima volta Beatrice Portinari, che muore di parto nel 1290;
- sposa Gemma Donati, dalla quale ha quattro figli;
- Firenze è una città guelfa (guelfi con il papa; ghibellini con l'imperatore)
- a Firenze si formano due fazioni, i Guelfi Neri (il Papa può interferire negli affari della città) e i Guelfi Bianchi (il comune di Firenze deve essere autonomo dal Papa);
- Dante ricopre vari incarichi politici e si schiera con i guelfi bianchi;
- nel 1300 Dante è priore di Firenze e decide di esiliare i capi di entrambe le fazioni;
- nel 1301, con un colpo di stato, prendono il potere i Neri;
- Dante è condannato all'ESILIO (non può più rientrare a Firenze)
- da ora in poi vive nella corti dell'Italia centro settentrionale;
- muore nel 1321;

DOLCE STIL NOVO
Dante, insieme agli amici Guido Guinizzeli e Guido Cavalcanti, aderisce al movimento letterario poetico del Dolce Stil Novo
  • corrente letteraria – poetica
  • sviluppatasi in Italia tra fine '200 e inizio '300
  • poeti principali: Guido Guinizzelli, Guido Cavalcanti, Dante Alighieri
argomento delle poesie

  • l'amore per la donna-angelo;
  • intermediaria tra uomo e Dio: vederla ispira pensieri che avvicinano l'uomo a Dio;
  • è irraggiungibile, ispira amore spirituale e non fisico;
  • attraverso gli occhi ispira nell'uomo pensieri illustri;
  • servizio d'amore: l'uomo si sottomette alla sua amata, come un vassallo di fronte a suo signore;
  • il sentimento d'amore è proprio solo degli uomini sensibili e colti;

Dante descrive le caratteristiche della DONNA ANGELO in questo 

- SONETTO: 2 quartine + 2 terzine di endecasillabi


Tanto gentile e tanto onesta pare

Tanto gentile e tanto onesta pare
la donna mia, quand'ella altrui saluta,
ch'ogne lingua devèn, tremando, muta,
e li occhi no l'ardiscon di guardare.
Ella si va, sentendosi laudare,
benignamente d'umiltà vestuta,
e par che sia una cosa venuta
da cielo in terra a miracol mostrare.
Mostrasi sì piacente a chi la mira
che dà per li occhi una dolcezza al core,
che 'ntender no la può chi no la prova;
e par che de la sua labbia si mova
un spirito soave pien d'amore,
che va dicendo a l'anima: “Sospira!”

Clicca QUI per una parafrasi e spiegazione del testo.


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DIVINA COMMEDIA
(vedi Oltrepagina Arancione, pg. 253-255)

- composta a partire dal 1306 e riscritta e corretta da Dante fino alla fine della sua vita.



POEMA  (lungo componimento in versi)

diviso in 3 CANTICHE

Inferno
Purgatorio
Paradiso
33 canti + 1 di introduzione
33 canti
33 canti

in terzine (gruppi di 3 versi)

di endecasillabi (versi di 11 sillabe)

a rima incatenata (ABA – BCB – CDC...)

ARGOMENTO
- Dante racconta il suo viaggio immaginario ("itinerarium mentis in deum", cioè viaggio della mente verso Dio) nell'Aldilà, attraverso i tre regni ultraterreni;

- parte il venerdì santo dell'anno 1300, anno del 1° "Giubileo " (clicca per la definizione) della storia, indetto da papa Bonifacio VIII;
Giubileo: anno santo indetto dal Papa, durante il quale viene concesso il perdono dei peccati ai fedeli pentiti che si recano in pellegrinaggio a Roma e attraversano la porta della Basilica di San Pietro; la porta centrale della basilica viene aperta solo in occasione del Giubileo, e alla fine viene richiusa, lasciando aperte solo delle porte laterali;
- il Giubileo viene proclamato di solito ogni 25 anni, quindi ce ne è stato uno nel 2000 ed il prossimo è previsto per il 2025.
- Papa Francesco ne ha proclamato uno straordinario nel 2015/16, che è stato il Giubileo della Misericordia (clicca qui per vedere il video della chiusura della porta santa).

- durante il percorso, Dante viene accompagnato dalle anime di due guide, Virgilio che rappresenta la ragione (Inferno e Purgatorio) e Beatrice che rappresenta la fede (Paradiso).

- nei tre regni ultraterreni, Dante incontra le anime di uomini e donne che soffrono le pene derivanti dai propri peccati.
- le anime che incontra sono personaggi storici vissuti al tempo di Dante o personaggi mitologici che Dante conosce per aver letto i classici greci e latini.

SIGNIFICATI DELLA DIVINA COMMEDIA

SIGNIFICATO LETTERALE - Il significato letterale corrisponde a ciò che Dante racconta nella sua opera: la Divina Commedia descrive il viaggio di Dante, unico uomo vivente ammesso ad attraversare da vivo i tre regni ultraterreni, per volere di Dio.

SIGNIFICATO ALLEGORICO – Tutto il racconto del viaggio di Dante contiene un significato nascosto molto più profondo di quello letterale. Il poeta racconta di essersi perduto in un bosco oscuro e di non trovare più la strada di casa, quando poi trova l'ingresso per l'Inferno. In realtà intende dire di trovarsi in un momento di perdita della fede, non solo suo, ma da parte di tutti gli uomini del suo tempo, e di avere bisogno di un viaggio di purificazione, aiutato dalla ragione, in cui la fede lo venga a salvare.

SIGNIFICATO DIDASCALICO - Lo scopo di Dante è quello di offrire un insegnamento al lettore che, attraverso la Divina Commedia, imparerà a conoscere se stesso, a riconoscere i propri peccati e la sorte della propria anima se insisterà nel commettere peccato.


INFERNO



Contrappasso - La legge del contrappasso (dal latino contra e patior, "soffrire il contrario") è un principio che regola la pena che i peccatori devono subire all'Inferno. La pena cui sono condannati può essere il contrario della loro colpa oppure in analogia con questa.
Esempio
- contrappasso per contrasto: gli ignavi- mentre durante la loro vita non si sono mai espressi a favore di nessuna opinione, dopo la morte sono invece costretti a correre dietro cartelli e insegne senza senso.
- contrappasso per analogia: i lussuriosi - come in vita si sono lasciati travolgere dal vento della passione, così dopo la morte verranno in eterno travolti da una bufera di vento.

(vedi una spiegazione a pg 256 e altri esempi alle pg 258-9 di Oltrepagina arancione)

INFERNO - canto I
 La SELVA OSCURA (vd pg 266).


All'inizio della Divina Commedia, Dante racconta di essersi perso in una selva oscura: questo racconto racchiude un significato allegorico nascosto più profondo. La selva, infatti, rappresenta il peccato in cui qualunque uomo rischia di perdersi.

Ecco qui un breve video che riassume i temi principali del I canto dell'Inferno. CLICCA

Ecco qui il testo del I canto, di cui abbiamo una breve sezione alla pg 266 di Oltrepagina arancione. CLICCA

Sintesi: la notte del venerdì santo dell'anno 1300, Dante, confuso dal sonno e dalla stanchezza, immagina di essersi perso in un bosco buio e spaventoso. Verso l'alba, vede di fronte a sè un colle, dietro al quale compaiono i primi raggi del sole.
Dante prova a salire sul colle, ma il percorso gli viene impedito da tre beste feroci, una LONZA, un LEONE e una LUPA.
Le tre belve rappresentano gli ostacoli che possono impedire ad un fedele di intraprendere la retta via.
La "lonza" (una specie di lince), rappresenta la lussuria, quindi il desiderio che sconvolge la ragione;  il leone rappresenta la superbia; la lupa rappresenta l'avidità verso i beni materiali.
Sconvolto, sta per rientrare nella selva, quando incontra un'anima, l'anima del poeta latino Virgilio, che lo consola e si offre di fargli da guida.

INFERNO, canto V         PAOLO e FRANCESCA (vd pg 267-9)                               

Clicca QUI per ascoltare la lettura dei brani più significativi da parte di Roberto Benigni.











INFERNO, canti VIII, IX, X-link al testo
PALUDE STIGIA, IRACONDI, ERETICI;


- Attraversando l'Inferno, Dante e Virgilio raggiungono la PALUDE STIGIA. (per un breve video clicca qui).

- Si tratta di una palude creata dalle acque del fiume infernale Stige, che circonda la città di Dite.
- In questa palude di fango nero, puzzolente e ribollente, si trovano "genti fangose, ignude tute"
- Sono le anime degli IRACONDI, che si colpiscono a vicenda con pugni, schiaffi e morsi, esattamente come hanno fatto in vita (contrappasso per analogia).


Canto VII (vv. 105-114)

L’acqua era buia assai più che persa;
e noi, in compagnia de l’onde bige,
intrammo giù per una via diversa. 105

In la palude va c’ ha nome Stige
questo tristo ruscel, quand’è disceso
al piè de le maligne piagge grige. 108

E io, che di mirare stava inteso,
vidi genti fangose in quel pantano,
ignude tutte, con sembiante offeso. 111

Queste si percotean non pur con mano,
ma con la testa e col petto e coi piedi,
troncandosi co’ denti a brano a brano. 114


👿La Città di Dite e gli eretici💥


- Una volta oltrepassata la palude, a bordo di un'imbarcazione guidata dal demone Flegiàs, Dante e Virgilio si trovano davanti alle mura di una città infernale, la città di DITE popolata dal grande stuolo dei demoni (canto VIII, vv 66 sgg; per vedere un breve video di circa 4 minuti, clicca qui.)

- Dante alza lo sguardo e vede le torri della città simili a quelle delle moschee, rosse come se fossero roventi. Virgilio spiega che il fuoco eterno che è dentro la città brucia le mura rendendole di colore rossastro.

- La barca si avvicina ai profondi fossati che cingono Dite, le cui mura sembrano di ferro: la barca fa un ampio giro prima di approdare all'argine, dove Flegiàs invita, con fare imperioso, i due poeti a scendere, perché lì c'è l'accesso alla città.

Canto VIII (vv. 67-78)

Lo buon maestro disse: "Omai, figliuolo,
s’appressa la città c’ ha nome Dite,
coi gravi cittadin, col grande stuolo". 69

E io: "Maestro, già le sue meschite
là entro certe ne la valle cerno,
vermiglie come se di foco uscite 72

fossero". Ed ei mi disse: "Il foco etterno
ch’entro l’affoca le dimostra rosse,
come tu vedi in questo basso inferno". 75

Noi pur giugnemmo dentro a l’alte fosse
che vallan quella terra sconsolata:
le mura mi parean che ferro fosse. 78


Nel canto X, all'interno delle mura della città, Dante e Virgilio trovano le anime dannate degli eretici, che giacciono all'interno di tombe infuocate.
Tra gli eretici, vengono nominati gli epicurei "che l'anima col corpo morta fanno", cioè che non credono nell'immortalità dell'anima e sono quindi condannati a rimanere per l'eternità in una tomba.

Canto IX (vv 108-129)

Dentro li ’ntrammo sanz’alcuna guerra;
e io, ch’avea di riguardar disio
la condizion che tal fortezza serra, 108

com’io fui dentro, l’occhio intorno invio:
e veggio ad ogne man grande campagna,
piena di duolo e di tormento rio. 111

Sì come ad Arli, ove Rodano stagna,
sì com’a Pola, presso del Carnaro
ch’Italia chiude e suoi termini bagna, 114

fanno i sepulcri tutt’il loco varo,
così facevan quivi d’ogne parte,
salvo che ’l modo v’era più amaro; 117

ché tra li avelli fiamme erano sparte,
per le quali eran sì del tutto accesi,
che ferro più non chiede verun’arte. 120

Tutti li lor coperchi eran sospesi,
e fuor n’uscivan sì duri lamenti,
che ben parean di miseri e d’offesi. 123

E io: "Maestro, quai son quelle genti
che, seppellite dentro da quell’arche,
si fan sentir coi sospiri dolenti?". 126

E quelli a me: "Qui son li eresïarche
con lor seguaci, d’ogne setta, e molto
più che non credi son le tombe carche. 129


INFERNO, canto XXVI
ULISSE (vd pg 271-3).

Clicca QUI per un breve video: Dante e Virgilio incontrano Ulisse e Diomede.


Ulisse viene punito perché è stato un fraudolento, cioè ha ingannato chi gli stava vicino.



La sua prima colpa è stata quella di aver ingannato i Troiani con il cavallo di Troia.



L'altra colpa, ancora più grave, è di aver voluto oltrepassare le Colonne d'Ercole (oggi Stretto di Gibilterra) per poter conoscere i confini del mondo. Nel folle viaggio, terminato in un tremendo gorgo che ha ingoiato la nave e l'equipaggio, ha trascinato nel peccato anche i suoi compagni di viaggio.



PURGATORIO
Vedi la struttura del Purgatorio a pg 261 di Oltrepagina arancione.





ANTIPURGATORIO



- L'Antipurgatorio è una spiaggia dove le anime dei negligenti aspettano prima di poter accedere al vero e proprio Purgatorio.
NEGLIGENTI sono coloro che in vita hanno aspettato fino all'ultimo minuto prima di pentirsi e, allo stesso modo, adesso devono aspettare prima di iniziare il loro percorso di redenzione e purificazione.

Canto VI (pg 275-276)
SORDELLO e INVETTIVA all'ITALIA

1) SORDELLO

- Nell'Antipurgatorio, Dante e Virgilio incontrano l'anima di SORDELLO da Goito, un poeta della metà del '200, vissuto nei dintorni di Mantova.

- Virgilio chiede a Sordello quale strada prendere per salire al Purgatorio, ma non appena l'anima capisce che anche lui è di Mantova (Virgilio è nato a Mantova nel 70 a.C.) gli va incontro e lo abbraccia.


2) INVETTIVA contro l'ITALIA 

- Dante, vedendo le due anime che, pur senza essersi mai conosciute, si abbracciano come fratelli, riflette su come sia cambiata l'Italia dei suoi tempi, che è ormai una terra di guerre e litigi tra gli stessi abitanti.

- Nel XIV secolo l'Italia è  infatti divisa tra tantissimi poteri diversi, gli STATI REGIONALI:

il nord è frazionato tra diversi comuni, signorie, principati, repubbliche, ducati...

al centro c'è lo Stato della Chiesa;

al sud c'è il Regno delle Due Sicilie.

- A quel tempo, la parola "Italia" è usata per indicare una penisola, una regione geografica, ma non uno stato unito e indipendente come è oggi.


Dante si esprime con un'invettiva contro l'Italia, cioè un discorso polemico, violento, che denuncia e accusa.
L'Italia del '300 è una "serva",  "di dolore ostello" che ospita solo dolore non è più la padrona del mondo, come al tempo dell'Impero romano, quando dominava tutte le terre intorno al Mediterraneo.



Adesso l'Italia è come "nave sanza nocchiere in gran tempesta" (una nave senza un comandante, avvolta tra le onde di una tremenda tempesta).
Non è più una "donna di province" (dal latino "domina" = padrona; padrona di grandi terre) ma è un "bordello" (luogo di prostituzione e corruzione).

PARADISO TERRESTRE
Picture  
P. Bruegel, Adamo ed Eva nell'Eden

Sulla cima del Monte del Purgatorio, si trova il PARADISO TERRESTE.
È il meraviglioso giardino descritto nell'Antico Testamento dove Adamo ed Eva soggiornarono prima della loro cacciata in seguito al peccato originale. 
E' il luogo dove le anime penitenti giungono al termine del loro percorso di espiazione, per prepararsi a salire alle stelle dopo alcuni riti di purificazione.
E' una foresta spessa e viva, in cui soffia una brezza leggera e regolare prodotta non da fenomeni atmosferici, ma dal ruotare delle sfere celesti. 
Tra le fronde degli alberi cinguettano gli uccelli e il fogliame è talmente fitto da non lasciare quasi filtrare la luce del sole.
Inoltratosi nel bosco, Dante si ritrova il passo sbarrato da due fiumi, 
- il LETE, che ha il potere di cancellare il ricordo dei peccati commessi 
- l'EUNOE', che ha il potere di rafforzare il ricordo del bene compiuto. 

- In questo luogo Dante saluta Virgilio, che non può più proseguire il suo cammino, e incontra BEATRICE.


- Il Paradiso Terrestre rappresenta, secondo il significato ALLEGORICO, la felicità terrestre che si può raggiungere mettendo in pratica le virtù.
- Solo nel Paradiso Celeste le anime raggiungono uno stato di gioia assoluta che è data dalla garzia a dalla contemplazione di Dio.




PARADISO CELESTE

Vedi la struttura del Paradiso a pg 263 di Oltrepagina arancione.





PARADISO

- All'ingresso nel vero a proprio Paradiso, a Beatrice si affianca un'altra guida, cioè San Bernardo
Per accedere a Dio infatti, non ci si può affidare solo alla ragione (Virgilio), ma occorrono anche 
la fede (Beatrice) 
la grazia divina (San Bernardo).












GEOGRAFIA dell'UNIVERSO medievale

- Dante, per descrivere il Paradiso, è un'importante fonte storica per comprendere quale idea avevano gli uomini, nel Medioevo, sull'UNIVERSO, secondo la teoria TOLEMAICA o GEOCENTRICA.

- Clicca QUI per un video chiaro e interessante.
- Clicca QUI per un secondo video di maggiore dettaglio.


 





- Dante immagina che la Terra si trovi al centro dell'Universo.
- Intorno alla Terra ci sono 9 cieli concentrici che ruotano su se stessi.

  1. - cielo della LUNA
  2. - cielo di MERCURIO
  3. - cielo di VENERE
  4. - cielo del SOLE
  5. - cielo di MARTE
  6. - cielo di GIOVE
  7. - cielo di SATURNO
  8. - cielo delle STELLE FISSE
  9. - primo cielo MOBILE

- All'esterno dei 9 cieli si trova l'Empireo, dove hanno sede Dio, gli angeli e le anime dei beati che sono posti in cerchio, in forma di una rosa, a contemplare Dio.


CONCLUSIONE della Divina Commedia

- Clicca QUI per un breve video riassuntivo.

San Bernardo prega la Vergine Maria affinché interceda per Dante, in modo che il poeta possa volgere lo sguardo verso Dio, senza esserne abbagliato.

Maria volge il suo sguardo alla luce di Dio, nella quale solo lei può addentrarsi con tanta chiarezza. Dante si avvicina al compimento di tutti i suoi desideri e consuma in sé tutto il proprio ardore, mentre Bernardo con un cenno e un sorriso lo esorta a guardare in alto.

La vista di Dante, diventando via via più chiara, si inoltra nella luce divina e da quel momento in poi la visione del poeta è tale che il linguaggio è insufficiente a esprimerla, così come anche la memoria non è in grado di ricordarla pienamente. 

Dante è simile a colui che sogna e, al risveglio, non ricorda nulla pur conservando nell'animo una forte impressione, in quanto egli ha dimenticato quasi tutta la sua visione e conserva in cuore la dolcezza infinita che gli provocò.

Dante riconosce la propria incapacità a comprendere il mistero della Santissima Trinità, cioè dell'Incarnazione dell'umano nel divino, fino a quando la sua mente viene colpita da un alto fulgore che, in una sorta di rapimento mistico, appaga il suo desiderio. 

Alla sua immaginazione ora mancano le forze, tuttavia l'amore divino ha ormai placato la sua volontà di conoscere, muovendola come una ruota che si muove in modo regolare e uniforme.


Ecco gli ultimi versi:


A l’alta fantasia qui mancò possa; 

ma già volgeva il mio disio e ‘l velle, 

sì come rota ch’igualmente è mossa, 



l’amor che move il sole e l’altre stelle.


Parafrasi - Alla mia alta immaginazione qui mancarono le forze; ma ormai l'amore divino, che muove il Sole e le altre stelle, volgeva il mio desiderio e la mia volontà, come una ruota che è mossa in modo uniforme e regolare: Dio aveva appagato ogni mio intimo desiderio.




THE END

Ripassiamo le RIME?

(Ci sono nella verifica? Yesss!)

RIMA - La rima è un effetto sonoro che si ottiene quando una sequenza di due o più parole sono identiche nella parte finale (dall'accento tonico in poi).
In poesia si possono avere varie tipologie di rima. Guardiamo gli SCHEMI più diffusi.


________________________

RIMA BACIATA - AA BB CC


La vecchia canta intorno al suo lettino    A
ci son fiori e gigli: tutto un bel giardino.      A

Nel bel giardino il bimbo s'addormenta  B
e la neve fiocca lenta, lenta, lenta.          B






L'avete imparATA                   A
la rima baciATA?                   A
E' sempre corrispondENTE   B
al verso seguENTE!              B
________________               C
________________               C
________________               D
________________               D




________________________


RIMA ALTERNATA - ABAB CDCD

Lo stagno risplende. Se tace       A
la rana. Ma guizza un bagliore  B
acceso smeraldo, di brace         A
azzurra: il martin pescatore.     B









Se a una rima presENTE         A
ne segue una mancATA           B
ecco è nascENTE                    A

la rima alternATA.                   B
________________                  C
________________                  D
________________                  C
________________                  D





________________________



  RIMA INCROCIATA  - ABBA CDDC

 

Tanto gentile e tanto onesta pare         A
la donna mia quand'ella altrui saluta  B
ch'ogne lingua divien tremando muta   B
e gli occhi non l'ardiscon di guardare A 




Alla fine ecco è arrivATA,
tra gli schemi da studiARE
e a memoria anche imparARE,
quella chiamata rima incrociATA.

________________                  C
________________                  D
________________                  D
________________                  C


________________________

RIMA INCATENATA - ABA BCB CDC 



Nel mezzo del cammin di nostra vita    A

mi ritrovai per una selva oscura          B
ché la diritta via era smarrita.            A

Ahi quanto a dir qual era è cosa dura  B
esta selva selvaggia aspra e forte         C
che nel pensier rinnova la paura.         B

Tant'è amara che poco più è morte;      C
ma per trattar del ben ch'io vi trovai    D
dirò de l'altre cose ch'io v'ho scorte.    C





Per fare una catENA          A
occorron degli anELLI       B
che quando è luna piENA   A

alla luce paion bELLI         B
lucenti e incatenATI            C
come tanti pipistrELLI.       B

Loro stanno appollaiATI        C
nella grotta buia e scURA     D
quando sono addormentATI. C

Se ne avete gran paURA        D
perchè siete un po' fifONI      E
vi do io una bella cURA         D

state calmi, fermi e buONI!  E
_______________________  F
_______________________  E

_______________________  F
_______________________ G
_______________________  F

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